Intervento conservativo del baldacchino monumentale

Intervento conservativo del baldacchino monumentale

Intervento di conservazione del baldacchino monumentale in controfacciata nella Basilica del Santissimo Salvatore
Cornice barocca in stucco policromo e dorato e del dipinto su tela Regina Adelaide che accoglie la moglie di Berengario II (1693) di Tommaso Gatti

 

Relazione finale di conservazione  Relazione finale di conservazione

L’opera in esame è conservata nella basilica del Santissimo Salvatore a Pavia ed è collocata sulla controfacciata. Il soggetto dell’opera è legato alla destinazione, connotando il dipinto per il suo valore e la rarità dell’iconografia. La basilica infatti è stata fondata, come attesta Paolo Diacono, tra il 653 e il 661 circa, diventando mausoleo dei re longobardi Pertarito, Cuniperto e Ariperto II.

Verso la metà del X secolo vediamo la rifondazione della Chiesa e del monastero benedettino da parte della Regina Adelaide, madre dell’imperatore Ottone II, che incarica San Maiolo tra il 961 e il 972 della riforma. San Maiolo, monaco di Cluny e seguace di Sant’Oddone, noto per la sua riforma dell’ordine cluniacense, è colui che storicamente ha commissionato la costruzione di Cluny II, immettendo il monastero verso un nuovo percorso. Per questa sua opera di ricostruzione infatti viene chiamato dai reali francesi e germanici a risollevare una serie di monasteri, tra i quali si annoverano St. Germain d’Auxerre, St. Beningne di Digione e, infine, San Salvatore a Pavia.

Dopo una serie di campagne pittoriche nel Cinquecento, dalle quali provengono gli affreschi con le storie di San Maiolo, il Seicento è l’anno che vede gli ultimi interventi pittorici nella Basilica, prima della soppressione del Settecento e il lungo percorso che ha visto la chiesa passare dallo Stato al Comune, al Demanio e infine alla Cassa depositi e prestiti.

 

Il telero raffigura un episodio della vita della regina Adelaide di Borgogna, sposa di Ottone I e Santa dal 1097, coinvolta nella successione del regno d’Italia nel decimo secolo: in quanto sposa di Lotario II di Arles, morto il consorte questa reclama il trono inimicandosi Berengario II, margravio d’Ivrea. Berengario desiderava fortemente che Adelaide andasse in sposa al figlio, Adalberto, e il rifiuto di lei comportò la prigione nel 951 nel castello di Lierna e poi nella Rocca di Garda, dove si attesta che Adelaide fosse costretta all’isolamento. Adelaide però riesce a scappare e si nasconde presso la rocca di Canossa, richiedendo il soccorso dell’imperatore tedesco Ottone I, che scende in Italia per salvarla.

Le fonti storiche narrano che Ottone abbia quindi sposato Adelaide e che nel 962 entrambi siano scesi di nuovo in Italia per farsi incoronare imperatori a Roma al posto di Berengario.

Una volta rimasta nuovamente vedova, Adelaide si dedica a consigliare Ottone II, suo figlio, affiancata dalla nuora, la regina bizantina Teofano, e a reggere il regno in attesa della maggiore età di Ottone III per poi concludere i suoi ultimi anni in opere caritatevoli e nella fondazione di nuovi conventi. La letteratura storica attesta soprattutto il fervore col quale Adelaide abbraccia la riforma cluniacense, che costituisce la causa prima di tutti i nuovi monasteri fondati.

L’episodio rappresentato nel quadro narra il momento in cui Adelaide, ormai imperatrice, perdona Willa e la sua crudeltà durante la prigionia.

 

» vedi anche “Restauro baldacchino controfacciata” (su Dropbox)