Cappelle di destra

Cappelle di destra

La navata laterale destra ospita sei cappelle tra le quali “deposizione di Gesù dalla croce” (2ª), “del Sacro Cuore” (3ª), “morte di San Francesco” (4ª) e “di San Mauro” (5ª).

Prima cappella

Nel Novecento, fino agli anni Settanta, era la cappella del fonte battesimale e ospitava la pala, probabilmente del XVII secolo, con San Giovanni Battista ora trasferita nella cappella di San Martino insieme al fonte battesimale.

Rimangono i due dipinti settecenteschi sulle pareti laterali, raffiguranti L'Angelo custode e Tobia e l'Angelo.

Seconda cappella

Nella massiccia cornice di legno intagliato e dorato (datata 1609) è inserita una tela con La deposizione dalla croce; ai lati due tele con San Lorenzo.

Terza cappella (del Sacro Cuore)

Inserito nell'importante incorniciatura lignea secentesca, il dipinto con il Sacro Cuore è opera modesta del nostro Novecento.

Alle pareti, le due tele settecentesche a contorno mistilineo, forse di scuola pavese, sono poco leggibili perché in cattivo stato di conservazione.

Quarta cappella

Nella pala dell'altare è dipinta La morte di San Francesco. Le tele delle pareti laterali sono settecentesche.

Quinta cappella (di San Mauro)

Figlio di un nobile romano, Mauro negli anni della giovinezza viene condotto a Subiaco e affidato a San Benedetto di cui diventa un fedele seguace e fidato collaboratore. Cresce in santità e comincia ben presto a compiere i primi miracoli; tra questi si ricorda il salvataggio del piccolo Placido caduto nelle acque del Iago.

Insieme a San Benedetto lascia Subiaco per Montecassino. Da qui, con il codice contenente la Regola, viene inviato in Francia dove fonda (a Glanfeuil nell'Anjou) un monastero nel quale resta fino alla morte, pregando e compiendo miracolose guarigioni.
La pala d'altare, raffigurante San Mauro abate, è opera recente e ne sostituisce una attribuita dal Bartoli a Bernardino Ciceri. Sulle pareti due tele con San Mauro che libera uno storpio e San Mauro che dà la vista a un cieco (inizio XVIII secolo) sono opera di Giacomo Fumiani (ma secondo Bartoli di Filippo Abbiati) e sono inserite in una elegante cornice in marmo nero, completata da una cimasa che contiene l'iscrizione esplicativa in latino.

La benedizione di San Mauro, impartita con una speciale formula e con una reliquia della croce, è destinata in modo specifico agli infermi, per impetrarne il risanamento. Questo spiega la grande diffusione del culto.

San Mauro era oggetto di speciale venerazione da parte dei pavesi che accorrevano numerosi nella chiesa di San Salvatore specialmente in occasione della solenne celebrazione che si svolgeva nel giorno della sagra del Santo (15 gennaio). La tradizione popolare di conseguenza ha sovrapposto, nell'uso corrente, la denominazione del Santo alla intitolazione ufficiale della chiesa.

Sesta cappella

Lo spazio della cappella è occupato da una elegante tribuna settecentesca in legno scolpito e dorato che ospita l'organo di Ernesto Lingiardi.

Le due tele nelle pareti laterali con San Paolo e San Sebastiano sono del XVI e XVII secolo.

 

San Giovanni Battista (olio su tela, ora nella cappella di San Martino) Un miracolo di San Mauro La balconata lignea con l'organo a due tastiere di Ernesto Lingiardi (1910)

 

 

Da: "Collana: Le chiese di Pavia", a cura di Luisa Erba.
Realizzazione editoriale: Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Pavia
Testi: Luisa Erba
Collaborazione grafico-editoriale: Franco Boggeri
Fotografie di Giovanni Baldi.
Archivio della parrocchia (3,12, 17), Don Piero Cinquini (1, 10, 29), Fiorenzo Cantalupi (6, 22)
Stampa: Tipografia Commerciale Pavese
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