Domenica 10 Marzo 2013 IV di Quaresima

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Cari amici, le parole di Agostino in questa Domenica ci aiutano ad approfondire la parabola del Figlio prodigo. Quante volte anche noi abbiamo scelto di stare lontano dal Padre o lontano siamo stati trattenuti da qualcosa che abbiamo voluto e si è rivelata più forte di noi: è lo sradicare Dio dal cuore, attaccandoci con tutta la nostra passione alle cose che passano e per esse calpestare –ed essere calpestati-. Commenta Agostino: ” Le sostanze ricevute da parte del Padre sono l'anima, l'intelligenza, la memoria, l'ingegno e tutte le facoltà che Dio ci ha dato per conoscerlo e adorarlo. Ricevuto questo patrimonio, il figlio minore se ne andò in un paese lontano. cioè arrivò fino alla dimenticanza del suo Creatore” . Ma quando il figlio, con sofferenza estrema, si pone davanti a se stesso, capisce che deve tornare, anche se umanamente sa che nulla potrà essere come prima e il Padre, che lo attendeva con l’ansia dell’amore, lo abbraccia e lo festeggia come figlio prediletto. Il figlio lontano è il figlio vicino. Ancora Agostino:” In realtà alle volte quando uno si trova in una tribolazione e tentazione si propone di pregare; e mentre fa un tale proposito pensa a che cosa dovrà dire a Dio, come un figlio che per un suo proprio diritto reclama il perdono del padre... Quanto è vicino il perdono di Dio a chi confessa i propri peccati! Dio infatti non è lontano da coloro che hanno il cuore contrito” Anche noi possiamo tornare, la riconciliazione nasce dalla consapevolezza della lontananza, dal nostro desiderio di ritornare e dal tornare continuo di Dio a noi. Franco Tassone